
All’interno del convegno annuale della Società Italiana di Scienza Politica trovate una panel Corit su Fringe Democracy e disruptive polarization.
Panel 4.5 Fringe Democracy e disruptive polarization: comunicazione politica ai margini della democrazia liberale
La fringe democracy non si limita a un ampliamento della partecipazione ai margini già esistenti, ma costituisce una vera e propria riconfigurazione dello spazio politico. In questo nuovo assetto, gli attori marginali non sono semplici partecipanti periferici, bensì protagonisti attivi che riscrivono le regole del discorso politico, ridefinendo le grammatiche e i parametri della comunicazione istituzionale. Questi attori, portatori di narrazioni alternative e di pratiche discorsive innovative, operano in un contesto di forte tensione e conflitto con il centro istituzionale, mettendo in discussione le logiche consolidate del potere e della rappresentanza (Fischer & Jarren, 2024).
Inoltre, la polarizzazione in questo scenario non si esprime unicamente nel rafforzamento di posizioni ideologiche opposte, ma assume una dimensione disruptive, capace di scuotere e, in alcuni casi, di destabilizzare le basi stesse del confronto democratico. Tale polarizzazione disruptive rompe i confini del discorso convenzionale, favorendo una frammentazione del dialogo pubblico che compromette la capacità delle istituzioni di mediare tra forze politiche contrastanti e di garantire un processo decisionale condiviso e inclusivo (Esau et al., 2024).
La piattaformizzazione della politica (van Dijck & Poell, 2015) e l’ibridazione mediale (Chadwick, 2013) hanno aperto nuove possibilità per l’emersione di attori e contenuti fringe, senza dover dipendere esclusivamente dai canali mediali mainstream o dalle piattaforme online mainstream. Questo processo ha facilitato la creazione di spazi comunicativi in cui le narrazioni alternative possono emergere e prosperare, bypassando le strutture gerarchiche e centralizzate della comunicazione istituzionale. Le piattaforme digitali consentono a voci marginali di avere una presenza pubblica significativa, mettendo in discussione i tradizionali canali di diffusione dell’informazione e disegnando spazi (anche simbolici) alternativi.
Le affordance offerte da queste piattaforme alternative – ovvero le possibilità d’azione e le dinamiche tecnologiche intrinseche (Gillespie, 2018) – unitamente alle policy adottate, giocano un ruolo fondamentale nella ridefinizione dei confini dell’inclusione e dell’esclusione nello spazio pubblico. In particolare, piattaforme con governance alternative e meno regolate, come Telegram, Gab, Odysee o Rumble, permettono a comunità e attori che si collocano ai margini dell’ordine mediale consolidato di creare e diffondere contenuti in maniera autonoma. Questi ambienti digitali, caratterizzati da minori controlli e da una maggiore libertà espressiva, danno origine a nuove ecologie della partecipazione, in cui le regole di accesso e visibilità sono costantemente negoziate e ridefinite. In questo scenario, l’interazione tra media tradizionali e piattaforme digitali alternative contribuisce a un panorama comunicativo più frammentato ma anche potenzialmente più ricco e variegato.
Questo panel propone una riflessione collettiva sulle forme e gli effetti della fringe democracy nel sistema mediale contemporaneo, con particolare attenzione alle pratiche comunicative che contribuiscono alla normalizzazione della radicalità e all’erosione dei confini tra margine e mainstream. Il panel si colloca all’interno del progetto PRIN 2022 CORIT – Countering Online Radicalization and Incivility in Italy: from Fringe to Mainstream, che indaga le dinamiche di radicalizzazione, polarizzazione affettiva e inciviltà nella sfera pubblica digitale italiana, analizzando la circolazione discorsiva e la visibilità pubblica di attori e contenuti marginali.
Invitiamo quindi paper teorici, empirici o comparativi che affrontino uno o più dei seguenti temi:
• Le strategie discorsive e simboliche di attori auto-marginalizzati (attivisti, influencer, media alternativi, partiti anti-establishment);
• Le modalità di ibridazione tra media alternativi e mainstream nei processi di amplificazione dei margini;
• Le forme di inciviltà, disinformazione e contro-narrazione nella comunicazione politica fringe;
• L’uso strumentale della retorica democratica da parte di attori illiberali;
• Le tensioni tra inclusione e legittimazione democratica in presenza di contenuti polarizzanti;
• Studi di caso su campagne, community, movimenti o media che incarnano forme di fringe democracy;
• Le affordance tecnologiche e la governance delle piattaforme fringe e semi-fringe (es. Telegram, Gab, Rumble);
• Approcci metodologici innovativi per l’analisi della fringe democracy: etnografie digitali, digital methods, analisi del discorso, network/platform analysis.
Saranno particolarmente valorizzati i contributi che propongano riflessioni critiche, analisi interdisciplinari e casi studio internazionali, con attenzione alle implicazioni normative e politiche per la qualità della democrazia e per le politiche di regolazione delle piattaforme.
Riferimenti:
Bentivegna, S., Boccia Artieri, G. (2021), Voci della democrazia. Il futuro del dibattito pubblico. Bologna: il Mulino.
Bentivegna, S., Rega, R. (2024). (Un)civil democracy: Political incivility as a communication strategy. Berlin: Springer Nature.
Boccia Artieri G., Bruns A., Dehghan E., Iannelli L. (2025), Fringe Democracy and the Platformization of the Public Sphere, «ComPol», 1, 3-20.
Bruns A. (2021), Are Filter Bubbles Real?, Cambridge: Polity Press.
Chadwick A. (2013), The Hybrid Media System: Politics and Power, Oxford: Oxford University Press.
Esau K., Hunger S., Richter D. et al. (2024), Disruptive Polarization: How Illiberal Narratives Take Root, Berlin: Democracy Reporting International.
Fischer, R. and Jarren, O. (2024). The platformization of the public sphere and its challenge to democracy. «Philosophy & Social Criticism», 50 (1), 200-215.
Gillespie T. (2018), Custodians of the Internet: Platforms, content moderation, and the hidden decisions that shape social media. New Haven: Yale University Press.
Van Dijck, J., & Poell, T. (2015). Social media and the transformation of public space. «Social Media+ Society», 1(2).
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