Laboratori — Laboratorio Imaging for Humanities

In ottemperanza a quanto previsto in fase di proposta per le azioni pianificate per il triennio 2023-2025 (implementazione di Livello 1), l’allestimento del laboratorio Imaging for Humanities privilegia la volontà di far convergere ricerca e didattica in un contesto multidisciplinare, nel quale le più recenti tecniche di digitalizzazione possano essere applicate alla modellazione 3D di opere d’arte (in particolare dipinti, disegni, manoscritti antichi e manufatti artistici e archeologici). L’implementazione del laboratorio è stata articolata secondo le seguenti attività:

    • ricognizione dei luoghi, documentazione fotografica dello stato di fatto e rilievo metrico mediante Terrestrial Laser Scanning (TLS) dei locali individuati presso Palazzo Albani per l’insediamento dell’infrastruttura,
    • produzione di un modello BIM delle sale rilevate, destinato alla documentazione strutturata delle informazioni per le successive attività di pianificazione degli interventi di progetto,
    • estrazione dal modello BIM di elaborati tecnici del rilievo, destinati all’istruzione delle successive pratiche abilitative,
    • stesura di un progetto esecutivo per la realizzazione del laboratorio,
    • avvio delle procedure amministrative per gli interventi di adeguamento dei locali individuati,
    • avvio delle procedure di acquisto per nuovi arredi, strumenti e apparecchiature destinate alle attività del laboratorio,
    • realizzazione di strumenti e prototipi destinati alle prime attività diricerca e sperimentazione,
    • predisposizione di un primo piano di divulgazione delle attività del
      laboratorio.

La consistenza dell’allestimento è pertinente a due sale, collegate tra loro da uncorridoio intermedio. La sala principale, di circa 98 metri quadrati, ospita l’infrastruttura principale all’interno della quale sono previste le attività di ricercaoperativa e didattica, mentre una saletta adiacente di circa 13 metri quadrati è destinata ad ufficio amministrativo e zona di accoglienza/deposito sicuro diattrezzature fotografiche. Il corridoio intermedio, di circa 17 metri quadrati, oltre a fornire accesso esclusivo alle pertinenze del laboratorio, permette l’allestimento di piccoli eventi espositivi temporanei o semi-permanenti per i materiali prodotti durante le attività dell’infrastruttura.

Dopo una prima ricognizione dei luoghi in gestione al Dipartimento di Studi Umanistici DISTUM, in via Bramante a Urbino, sono state intraprese attività di progettazione specifica per l’insediamento del nuovo laboratorio. Si sono rispettate le richieste cogenti della normativa in merito all’intervento su edifici a caratterestorico monumentale: Palazzo Albani ai sensi dell’articolo 10, comma 1 del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. per effetto del D.M. del 09/01/1910, ai sensi dell’articolo 12 del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. per effetto del D.M. del 10/04/2006, ai sensi dell’articolo 11 del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. ai sensi dell’articolo 45 del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. e ai sensi dell’articolo 136 del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. è infatti sottoposto a tutela.

Dal momento che il laboratorio è collocato in quella che era precedentemente l’aula B1 dell’edificio tutelato, si è resa necessaria la redazione di una relazione tecnico–illustrativa e di una analisi storico–critica per l’istruzione di idonea pratica destinata all’attenzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Ancona e Pesaro e Urbino (SABAP). Tale documentazione, unitamente agli allegati tecnici necessari, è stata presentata nel luglio 2023 agli uffici prepostiSABAP, ottenendo parere favorevole per il proseguimento del progetto.

Gli interventi abilitati sono stati accuratamente realizzati seguendo la logica di bassa invasività e minore pericolo per le stratificazioni storiche esistenti, pur introducendo i nuovi elementi necessari al raggiungimento degli obiettivi laboratoriali. Ne costituisce un esempio la tinteggiatura delle pareti della sala principale del laboratorio, realizzata con una nuova cromia Pantone Warm Gray 429 (codice RAL 7038) differente dall’originaria, necessaria però a ridurre sovrailluminazioni e riflessioni parassite della luce naturale. L’intervento di tinteggiatura è stato realizzato per contrastare le criticità di visualizzazione e acquisizione fotografica corretta derivanti dal precedente colore di intonaco parietale, che avrebbe potuto inficiarel’accuratezza della replica digitale dei colori svolta all’interno dei locali.

Parimenti, si è posta attenzione al rispetto delle caratteristiche di accessibilità per le postazioni di lavoro e per i loro ambiti di ingombro, privilegiando la maggiore flessibilità nella fruizione degli spazi: oltre a parziale rifacimento e messa a norma degli impianti elettrici (con produzione di elaborati tecnici specifici anch’essi derivanti dal modello BIM), infatti, sono state approntate strutture mobili a parete in grado di servire senza intralcio i tavoli di lavoro mediante linee elettriche aeree. In questo modo le apparecchiature (calcolatori, lampade, apparecchi di ripresa, ecc..) possono essere utilizzate in diverse configurazioni pur mantenendo la necessaria sicurezza e fruibilità.

Questi componenti dedicati sono stati dapprima progettati, poi prodotti in officina per le esigenze esclusive del laboratorio. Anche l’illuminazione artificiale è stata completamente rivista per le nuove attività insediate, mediante la sostituzione delle lampade a parete esistenti con armature illuminanti aventi caratteristiche più idonee alla  fruizione laboratoriale (temperatura di colore di 4000 °K, resa cromatica CRI elevata maggiore del 90%); le nuove lampade sono state ordinate dopo attenta valutazione progettuale coadiuvata dalla consulenza diretta dei produttori commerciali; il loro orientamento consente di ottenere una illuminazione omogena e diffusa sfruttando le superfici delle volte in copertura. Le postazioni di lavoro risultano in questo modo correttamente illuminate in ogni loro configurazione, garantendo ulteriore vantaggio all’utilizzo dinamico degli spazi, adattabili ad esigenze diverse in ragione di un layout rapidamente modificabile dal momento che sedute e tavoli sono stati immaginati come supporti mobili. I piani orizzontali, ad esempio, possono essere facilmente movimentati essendo dotati di supporti su ruote, nonché ricollocati in aree diverse del laboratorio in posizione verticale (operando su apposite cerniere). Questi tavoli assumono quindi una nuova funzione comparabile a lavagne o pannelli per la presentazione di lavori o la discussione di progetti in corso di esecuzione, favorendo attività didattiche e di disseminazione. Gli arredi con queste caratteristiche sono stati selezionati ed acquisiti dopo attenta valutazione. All’interno del laboratorio è stata poi concepita un’area specifica a condizioni di luminosità controllata, destinata alla realizzazione di immagini colorimetricamente corrette di opere artistiche pittoriche, disegni, e manoscritti antichi. Tale area (di volume pari circa a m. 3x3x3) è delimitata da strutture mobili verticali opache di colore scuro, rese impermeabili alla luce esterna su tutti i lati, compresa la copertura. Essa occupa una superficie di circa 9 metri quadrati, consentendo agli operatori di collocare e usare internamente apparecchiature di ripresa e illuminanti in totale indipendenza dalle condizioni esterne. Le attività di ripresa previste in questa fase tramite l’utilizzo di smartphones potranno avvenire anche in quest’area ad essi adattabile. I componenti necessari alla realizzazione della struttura (non rigidamente vincolata a terra, quindi non permanente) sono in via di acquisizione dai più importanti produttori di pannelli destinati a set fotografici, adattati in maniera esclusiva per le finalità dell’infrastruttura.

Dal punto di vista strumentale il laboratorio è dotato di apparecchiature all’avanguardia per le riprese fotografiche: è stata avviata la fornitura di una fotocamera Hasselblad X2D 100C, medio formato da 100 megapixel di risoluzione, stato dell’arte per ciò che attiene l’acquisizione digitale ad alta definizione. L’ apparecchio fotografico è collocabile su uno stativo di ripresa ricoverabile nell’area controllata del laboratorio. Esso è stato appositamente progettato e disegnato per le finalità del laboratorio, oltre che già prodotto in forma prototipale come primo prodotto delle attività dell’infrastruttura. Lo strumento è costituito da profili rigidi in alluminio, interconnessi mediante giunzioni customizzate e realizzate tramite prototipazione rapida (stampa 3D in nylon PA12). Una sovrastruttura a piramide destinata ad alloggiare la fotocamera e 32 luci LED dal comportamento fisico certificato (altissima resa cromatica ed emissione di uno spettro continuo delle frequenze  luminose percepibili dall’occhio umano) consente una configurazione solidale tra i componenti. La struttura fa da telaio a distanza fissa rispetto ad un piano orizzontale sottostante, traslabile secondo le due direzioni parallele al suolo, costruito per ospitare disegni e dipinti di grandi dimensioni. I movimenti del piano agevolano le riprese in sequenza, così da acquisire grandi formati con più scatti poi mosaicabili tra loro. Il piano, costituito da una superficie trasparente ricoperta da un pannello nero, può inoltre essere modificato rimuovendo il pannello e attivando una ulteriore sorgente di illuminazione diffusa sottostante, idonea alla visualizzazione di vergelle e filigrane presenti nelle carte dei documenti oggetto di acquisizione fotografica.

Il prototipo realizzato è stato collaudato nel febbraio 2024 mediante l’esecuzione di scatti destinati alla documentazione di 33 disegni originali di Andrea Palladio, conservati presso il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio CISAAP a Vicenza. Le risultanze delle attività di progetto del laboratorio, lo sviluppo delle lavorazioni ad esso dedicate, gli acquisti per le forniture, la costruzione del prototipo dello stativo, e la preliminare campagna di testing su disegni antichi, sono state monitorate attraverso una serie regolare di riunioni specifiche di aggiornamento, durante le quali si sono presentati e discussi gli stati di avanzamento dei lavori pertinenti a ciascuna fase di sviluppo del progetto. Durante tali riunioni si sono accuratamente valutate le tempistiche di approvvigionamento per le forniture, le necessità amministrative e di rendicontazione contabile, l’entità delle spese sostenute e sostenibili, oltre che le migliori modalità di installazione e collocazione di apparati e arredi nei locali del laboratorio. È stata contestualmente avviata la pratica di fornitura e posa in opera per un armadio blindato, collocabile in una piccola stanza indipendente dalla maggiore area di lavoro del laboratorio, destinato ad accogliere e proteggere le attrezzature fotografiche a corredo dell’infrastruttura. Un nuovo logo identificativo del laboratorio, da utilizzare nei comunicati e nei documenti ufficiali, e la pianificazione dei contenuti che verranno ospitati sul sito web dedicato al Dipartimento di eccellenza, raggiungibile mediante collegamento dal portale di Ateneo, fanno parte delle azioni intraprese per definire l’immagine e l’identità del nuovo laboratorio.